L'intento è cercare di capire, per usare un'espressione abusata, cosa resterà di questi anni, quindi non si tratta tanto di trovare il "film migliore" (qualsiasi cosa significhi quest'espressione) quanto di cercare di cominciare a farsi un'idea del posto e del ruolo che potranno avere gli anni '00 e i loro film nel più grande disegno dell'evoluzione del cinema, non è facile e forse impossibile farlo oggi ma ci si comincia a provare. Per questo vi chiedo, se vi va, di integrare, rispondere, commentare, trackbackare e via dicendo con il vostro contributo anche perchè io qui dò una visione parziale relativa alla mia idea di cinema e quello che mi sembra sia successo. Ci sono autori che non calcolo nemmeno (Bekmambetov) perchè assolutamente inutili ai fini della storia del cinema secondo me ma che so che altri calcolerebbero. L'unico criterio che mi sembra ragionevole per tutti rispettare è quello di parlare di personalità emerse in questi anni e in questo rappresentativi del nuovo, alla ricerca dello specifico del decennio. Anche a me piace Eastwood ma non è un uomo degli anni '00, lo stesso vale per Tarantino o i Coen e sebbene abbiano realizzato opere importanti e influenti nello spirito del decennio lascerei il loro lavoro ad un altro tipo di ragionamento. Non stiamo a fare i pignoli sugli anni chiaramente (il 1999 può comunque valere).
Lo dico subito, io non sono riuscito a trovare qualcosa di realmente identificativo di cosa sia stato il decennio cinematografico, non ho cioè trovato un Pulp Fiction, un Blade Runner o un Decalogo di questi anni. Molti buoni film, questo sì, ma nulla di chiaro. Forse non sono stato capace, forse non si può capire ora o forse non c'è stato. Anche perchè la maggior parte delle cose interessanti sono venute da personalità già attive negli anni '90, figlie di quel tipo di ambiente, cultura e via dicendo e dunque non le ho considerate.
Penso di poter dire senza timore di andare contro nessuno che si è trattato di un decennio di non facile decifrazione, privo di tendenze chiare o meglio privo di tendenze grosse, uniformi e chiaramente identificabili, quelli che in sostanza si chiamavano "movimenti" e che oggi, per fortuna, non hanno più ragione di meritare un nome (per citare Muller a proposito del superamento dei vincoli culturali nazionali "perchè i film oggi sembrano essere in relazione tra loro come le onde del mare"). Dunque ho proceduto schematizzando per nazioni unicamente per mia deformazione tassonomica inoltre per comodità di tutti le ho evidenziate in grassetto (IL GRASSETTO IN QUESTO BLOG!!!). A voi.
Il cambiamento più grande avvenuto in questi anni è stato il mutamento dell'
animazione che a tutti gli effetti è passata da essere "genere" a forma di cinema in grado di contenere generi com'era giusto che fosse fin dall'inizio. La Pixar, la Dreamworks, le nuove tecnologie e via dicendo già nel decennio scorso hanno aperto la strada a molti nuovi studi (recentemente anche europei) che hanno fatto cose più o meno pregevoli contribuendo ad ampliare lo spettro delle storie che si raccontano attraverso i cartoni.
L'animazione seria da che era monopolio dei giapponesi, dei canadesi e di pochi folli indipendenti che muoiono giovani è diventata accessibile a tutti e gli effetti di questo abbiamo solo cominciato a vederli.
Per me il film del decennio in questo senso è
La città incantata.
Il miglior cinema
americano ce lo hanno fatto vedere vecchie e giovani volpi che hanno fatto film non particolarmente nuovi sebbene stupendi (come ha fatto anche il non vecchio e australiano Nolan), parlo di gente come Paul Thomas Anderson, Quentin Tarantino, i fratelli Coen, Tim Burton, Lynch, Cronenberg, Moore e via dicendo.
A distinguersi invece come talenti originali di questi anni sono stati pochissimi registi da elencabili sulle dita di una mano. Michel Gondry (lo metto tra gli americani per il modo in cui si è mosso nel sistema-cinema oltre che per la nazionalità delle sue produzioni) la cui originalità nel trovare una propria estetica che sia anche un modo particolare di coniugare cinema fatto con tecniche moderne a storytelling realizzato con trucchi poveri non ha bisogno di descrizioni, Todd Haynes che forse più di tutti ha sparigliato le carte mostrando un cinema fortemente statunitense e intellettuale in grado di operare con successo il passaggio da indipendente e mainstream senza perdere le caratteristiche che lo rendevano grande in precedenza (anche se Velvet Goldmine è del 1998), James Gray che ha cominciato come un ottimo regista di polizieschi (come un Antoine Fuqua) per poi dimostrare un'abilità straordinaria con I Padroni Della Notte e poi con il totalmente fuori genere Two Lovers (tra i migliori di questa annata) collocandosi ai massimi vertici di un modo classico americano di interpretare il racconto morale di colpa e redenzione rimasticando quanto rielaborato in materia dal cinema internazionale degli ultimi 20 anni e infine Wes Anderson che ha iniziato nel 1997 con Rushmore (forse la sua cosa migliore) per poi ripetersi e declinarsi in diversi modi (e positivamente) lungo gli anni '00 diventando il più grande traduttore per il vasto pubblico del linguaggio, gli umori, i sentimenti e le sensibilità del cinema indie.
Citazione a parte per Judd Apatow che con i suoi film e quelli che ha prodotto (con mano talmente forte da renderli tutti immediatamente riconoscibili) è riuscito a creare la più interessante variazione sul tema della commedia indipendente che si sia vista, introducendo un certo numero di personaggi già visti in passato cristallizzandoli in "caratteri" definiti dotati di una personalità più complessa di quanto la loro maschera suggerisca e infondendo un sentimentalismo non necessariamente indirizzato verso l'altro sesso che ha reso ognuno di questi film, anche il meno riuscito (e ce ne sono!), superiore a qualsiasi media.
Per il cinema americano forse il film più interessante è stato
Lontano dal paradiso.
Dalla zona
Oceania non è arrivato molto di nuovo se non la seconda vita di Peter Jackson che da lontano ha cambiato (e sta cambiando) il modo di intendere il cinema come industria. Senza lavorare quasi mai ad Hollywood negli ultimi 10 anni (cioè da quando il successo gliene ha dato la possibilità) Jackson ha cominciato a cambiare le carte in tavola. Uno dei passi più importanti in materia l'ha fatto quest'anno producendo un film originale e innovativo (nel piccolo alveo del cinema di fantascienza dai grandi incassi) come
District 9.
Gli anni '00 sono anche stati gli anni della rinascita di un cinema di
lingua spagnola in grado di girare il mondo ed essere apprezzato da tutti i tipi di pubblico e diviso tra Spagna e Messico con autori come Amenabar (nato artisticamente nei '90 ma diventato famoso negli '00), Guillermo del Toro (anch'esso nato nei '90 ma emerso davvero nei '00), Alfonso Cuaron e Alejandro Iñárritu. Per la maggior parte poi comprati a peso d'oro da Hollywood.
In questo senso il film migliore del decennio probabilmente è stato
I Figli Degli Uomini.
Il cinema sudamericano in linea di massima non si è visto molto nonostante si sia parlato tanto del cinema brasiliano (ma Tropa de Elite e City Of God non bastano).
In
Italia abbiamo visto belle cose ma non molto di nuovo anzi quasi niente. A distinguersi ci sono stati Zanasi, Virzì, Garrone, Soldini, Vicari e Sorrentino di cui solo gli ultimi due entrati realmente in attività dopo il 2000 e quindi inscrivibili nella categoria dei cineasti di questi anni.
A parte andrebbero citati Saverio Costanzo e Paolo Franchi, in grado di confezionare due film come Private e La Spettatrice (che vanno di diritto tra i migliori del decennio) ma che poi non hanno dimostrato di poter continuare sulla stessa strada e sono ad oggi due giganteschi punti interrogativi.
Ad ogni modo il film più significativo mi sembra l'abbia girato Matteo Garrone,
L'Imbalsamatore.
Il cosìddetto nuovo cinema
tedesco o nuovo nuovo cinema tedesco (un'espressione che oltre ad essere brutta lessicalmente appare sbagliatissima concettualmente) non solo non l'ho trovato valido ma soprattutto non l'ho trovato nè interessante nè foriero di qualche elemento di vera novità. I film che ho visto io, e che in molti casi sono stati premiati e decantati, sono stati una serie di ricicli di quello che si era già visto fare in America a tema nazismo.
Categoria a parte per Fatih Akin che pur lavorando in Germania e volendo essere tedesco con ogni suo atomo non lo è. E' migliore. E
Soul Kitchen è perfetto.
La sorpresa più grande però è stata la sostanziale immobilità del cinema
inglese capace di stupire e conquistare il mondo solo con autori maturati negli anni '90 (Boyle, Meadows, Ritchie, Winterbottom, Loach, Frears) senza proporre nulla di autenticamente proprio del decennio che non sia stato il fulminante esordio di Edgar Wright con
L'alba dei morti dementi affiancato da un secondo film sulla stessa ottima linea ma più scialbo.
La cosa migliore che abbiano fatto forse è stato ospitare il nuovo ciclo di film alleniani ma definire quelli film inglesi mi fa ridere.
Il cinema di lingua
francese (e lo so che il cinema belga non è certo quello francese ma qui non si tratta di tracciare linee geografiche ma di fare tassonomie per aiutare la comprensione) è stato ottimo perchè quelli lì dall'altra parte delle Alpi sono dei maledetti e fanno film bellissimi di tutti i generi senza però mostrare nulla di particolarmente nuovo. Alexandre Aja prima in patria, poi ad Hollywood ha fatto degli horror, originali e non, fantastici e gente come Arnaud Desplechin (che aveva iniziato nei '90) ha fatto il cinema più classico che si possa immaginare quando si pensa alla Francia.
E' successo poi che quei cineasti come Erick Zonca o i Dardenne che stavano cambiando un po' di cose a fine anni '90 abbiano smesso di farlo. Solo i Dardenne hanno continuato a perpetuare un'idea di cinema che con il massimo della finzione cerchi il massimo della verità accumulando però più premi che seguaci.
Non ci fosse stato uno dei più straordinari e originali registi di tutto il decennio la Francia alla fine avrebbe avuto poco di originale da dire. Parlo ovviamente di Jacques Audiard, l'unico a fare un cinema diverso e tipico di questo periodo, capace di superare totalmente il concetto di genere ammucchiando stili e convenzioni diverse tra loro per puntare al sentimentalismo puro attraverso uno studio accurato della comunicazione nei soggetti più brutali e animali.
I tre film che ha fatto negli ultimi 10 anni sono la cosa più importante che abbiamo e che spero che il suo verbo possa espandersi nei prossimi anni.
Il cinema
nordico voi l'avete visto? Dopo gli exploit di Kaurismaki, Moodysson e compagnia bella tutto sembra esaurito. Si qualcosa c'è stato, ad un certo punto addirittura sembrava che fosse il turno della Norvegia, ma poi ci si è limitato a casi sparuti (benchè notevoli,
Lasciami Entrare è un altro film che sta lì tra i migliori dell'anno).
Salto a piedi pari cinematografie meno prolifiche come quella romena, quella mediorientale o africana che riscuotono successo ai festival, piacciono alla critica (e spesso pure a me) ma che poi sono totalmente fuori da qualsiasi movimento che coinvolga altri paesi. E salto anche quella russa che appunto ha prodotto Bekmambetov di maligno e pochissimo di benigno ma comunque insufficiente a far parlare di qualcosa di identificativo di questo decennio.
Infine c'è il cinema
asiatico che ha visto il tramonto dell'età dell'oro dei grandi sconvolgimenti, dei registi fenomenali, dei mille premi, dei nuovi nomi impronunciabili e dei film che finalmente facevano superare la difficoltà di fisionomie per noi tutte uguali. Cina e Giappone che in precedenza erano state un vero calderone di novità hanno esportato pochissimi autori che non affondassero le radici negli anni '90 (io ad esempio non credo molto nelle nuove generazioni cinesi). A brillare, e molto, è stata però la Corea Del Sud la cui qualità del cinema arrivato qui e negli altri paesi (che è poca cosa rispetto a quanto producono) è schizzata in maniera impressionante regalando in certi casi perle di perfezione, novità e lontananza da quanto si faceva nel resto del mondo degne del titolo di film del decennio (penso a
Ferro 3 e
Oldboy).
Brillante Mendoza poi a me non fa impazzire e così anche il cinema filippino lo metto da parte.
Altre idee?
29 commenti:
Bel post, mi piace molto.
In effetti non ho nulla da ribadire, forse ti chiedo se la citta incantata non andrebbe considerata anche come cinema asiatico...
Per i miei gusti, ho visto in questi anni sparire sempre di piu il cinema di azione. In cui le dinamiche degli anni ottanta novanta, prese palesemente dal western, sono andate sempre di piu sparire, a favore di un azione folle e continua figlia probabilmente del cinema asiatico.
Un altro cinema che a mio modo di vedere e sparito e il cinema di fantascienza. Non avendo amato ne I Figli Degli Uomini (non e fantascienza) ne District 9 (non e niente di che), che tu giustamente citi come i migliori esponenti del genere, non ho avuto particolari emozioni. In questi anni anche la fantascienza e diventata vittima degli effetti speciali secondo me (e vedrete Avatar).
Non posso non citare neanche l'horror, di cui da anni non vedo un film come dio comanda (Carpenter giraci un film cazzo!)
Un genere che invece e fiorito e il noir. Ho visto film bellissimi e originalissimi. Su due piedi penso a Non E Un Paese Per Vecchi fra gli americani, La trilogia della vendetta (ma di Thirst si sa nulla???) di Park Chan Wook per gli asiatici. E anche qualcosina di Europeo se mi concentro bene la trovo....
Bel post, bella riflessione, indubbiamente difficile. Mi trovo d'accordo con quasi tutto: belli l'imbalsamatore, i figli degli uomini, lasciami entrare, la città incantata (meno con lontano dal paradiso)...certo sembra impossibile non poter trovare di meglio, di più significativo, ma mi fido della tua attenta riflessione sui film/autori/registi emersi negli ultimi 10 anni.
Posso solo suggerire che la mia impressione è che il "nuovo" possa venire dall'oriente: il cinema asiatico è straordinario, brilla per coraggio, tecnica, audacia e ama rischiare, ultimamente ho visto Suicide Club un film del 2002 di Sion Sono: una cosa pazzesca. Lui però non può rientrare nella nostra riflessione in quanto già lavorava durante gli anni 90.
Valerio
Beh, mi viene in mente anche a me l'horror che mi sembra si sia di nuovo modificato; grazie Saw l'engmista è stato estremizzato lo splatter e si è creato quello che ritengo un nuovo genere, quello definito come torture movie o torture porn, che credo abbia la sua importanza oggigiorno visto che ormai ha contagiato definitivamente 'horror esi espande sempre di più al di fuori del genere; e poi ci sarebbe Rob Zombie, che è forse i regista horror migliore e più originale da almeno 20 anni, certo che da solo non fa una corrente.
Per gli altri beh io considererei degli anni zero pure PT anderson anche se ha prodotto di più nei 90, e certamente ci metterei dentro i Wachoski, che a me personalmente non piacciono ma che hanno realizzato matrix (vabbè, 1999) che (oltre all'essere un buon film e ad aver portato in occidente, miscelato e creato tecniche nuove) è uno dei film che più hanno influenzato il cinema a lui successivo ed è uno dei picchi di riferimento pop (assieme a Kill Bill).
Post difficilissimo e nonostante questo riuscito, conciso e esauriente.
Però sono un maledetto pignolo con le cose che mi piacciono, quindi preciso che:
-Nolan con l'Australia non c'entra nulla, è Anglo-americano ma per il cinema ha giustamente cittandinanza a Hollywood. Peraltro, la geometria "empatica" dei suoi intrecci, per la consapevolezza e la maestria con cui è architettata, è a mio avviso meritevole del bollino di originalità e ha comunque dato il suo contributo a ridefinire l'etichetta di noir, piazzando anche l'incasso più alto del decennio (e si è portato dietro una serie di imitazioni decisamente inferiori ma che hanno comunque caratterizzato numericamente il decennio)
-Wes Anderson ha fatto forse la sua cosa migliore con Rushmore, vero, ma l'esordio è in realtà del 96 con Un Colpo da dilettanti, che anticipava parecchie delle tematiche e dei caratteri futuri ma era in effetti poco definito dal punto di vista prettamente stilistico.
Agganciandomi in parte a Valerio:
nel cinema d'azione penso che Neveldine&Taylor con Crank abbiano fatto qualcosa di difficilmente ignorabile se si parla delle innovazioni del decennio, per quanto possa decisamente non piacere. Ma perlomeno hanno preso "l'azione folle e continua" che citi tu e le hanno dato una sistematicità sensata e organica, collezionando spunti dal mondo dei videogiochi(cosa che in futuro peserà sempre di più) e dei videoclip in maniera comunque coerente. Insomma, un cinema d'azione che prende in considerazione pancia e parti molli, ma che a differenza di molte altre cose dell'ambito, è comunque stato filtrato dal cervello.
hanneke?!
Lakehurst: su Rob Zombie ci ho pensato molto ma poi ho ritenuto di non metterlo perchè dopo i due ottimi film d'esordio sembra essersi esaurito, quanto allo splatter mi sembra più una moda che altro.
I Wachowski di Matrix invece forse andavano messi....
Alfonso:
Wes Anderson si è una grossa eccezione perchè ha lavorato tanto nei '90 però alla fine davvero al contrario di PT Anderson mi sembra che il suo sia cinema degli anni '00 più che dei '90. Mentre Nolan per quanto davvero bravo con Il cavaliere oscuro ha solo adattato (e benissimo) Mann ad un contesto diverso, proseguendo quel discorso.
Neveldine&Taylor come anche Plaza&Balaguerò sono interessanti ma non ancora una realtà, stanno facendo cose che forse saranno importanti ma forse anche no.
vinz: Haneke è poprio anni '90!
Bellissimo l'imbalsamatore.....pensavo di averlo visto solo io
beh matteo garrone già all'epoca si era fatto notare. Il film andò a Cannes.
Complessivamente d'accordo. Anche per me l'animazione (e in questa categoria ci metto, in un certo senso, anche la trilogia del "Signore degli Anelli") è stata la vera protagonista del decennio appena trascorso. Forse come simbolo avrei scelto un film Pixar, però. Fra i giapponesi, meriterebbe una menzione anche il geniale Satoshi Kon.
Purtroppo hai ragione anche sul declino del cinema asiatico (sono meno entusiasta di te della Corea, che ha danzato per poche stagioni), mentre mi fanno piacere le tue citazioni per Fatih Akin e Jacques Audiard (fra gli europei che hanno brillato in questi dieci anni menzionerei anche Haneke, Ozon, Bilge Ceylan, Sokurov, Kechiche, Mungiu)
Pollice verso, invece, per il cinema americano, ai suoi livelli peggiori di sempre. E dire che dieci anni fa pensavo che peggio degli anni novanta non si potesse fare. Un anno qualsiasi del periodo 1930-1950 vale per me più degli ultimi dieci anni messi insieme!
beh, haneke negli anni novanta di notevole ha fatto funny games...tutti gli altri pezzi da novanta sono pieni anni 0.
ma non solo: anche senza esser troppo pignoli sugli anni, io trovo che il suo cinema incarni assai bene questo decennio trascorso.
non ho proprio letto tutto, ho fatto lettura veloce, ecco. però anch'io volevo lamentarmi per Haneke.
Bè, così a memoria sono spuntati bravi registi italiano (Sorrentino e Garrone). Film eccellente di regista alla prima prova, così al volo, è "Il ritorno" di Zvyagintsev (mymovies helped per il nome impronunciabile).
capisco che Haneke è diventato quello di oggi negli anni 2000 ma è uno che ha cominciato negli anni '80, manco nei '90! e mi sembra che il suo cinema sia molto poco rappresentativo degli ultimi anni, molto poco nuovo e anzi quasi anni '70.
Ceylan invece mi accorgo ora di averlo trascurato e farò un update.
Kechiche lo conosco poco (solo Cous Cous) e me la sono sentita.
Sul cinema italiano poi non concordo, davvero abbiamo fatto poco. Si Garrone e Sorrentino ma poi al massimo c'è stato buon cinema vecchio stampo. E mi azzarderei a dire che per quanto piaccia anche a me, Sorrentino non è nulla di così innovativo.
io nel cinema italiano inserirei La sconosciuta di Tornatore, non ricordo di ke anno e' ma sicuramente rientra nel decennio. E' un noir doc con interpreti d'eccezione e un gran colpo d scena finale. cosa si puo' kiedere di piu'?
Vero, anche a me era piaciuto molto, però Tornatore è tutto tranne che nuovo. E' come Virzì, anche lui bei film ma non roba nuova
o sei misogino, o detesti Sofia Coppola.Tanta competenza, emanco la citi?pazzesco
Mah... Sofia Coppola non mi ha mai convinto. I suoi film sono carini e Lost in Translation ha davvero dei bei momenti, ma nulla di più. Pur volendo dire che quello è un filmone si tratta pur sempre di uno su tre.
mah...'Le vergini suicide' acerbo e interessante, 'Lost in translation'grande, 'Marie Antoinette'imperfetto enon completamente riuscito ma grandioso.
mmmmh... Su "grandioso" e "interessante" non concordo
su Haneke che mi dici?
markovic
e i cambiamenti nel porno?
Questo meriterebbe un attentissima riflessione
Di Haneke già avevo detto che secondo me è roba da anni '90
Mentre sul porno c'è da dire che già negli anni '80 ha smesso di far parte del cinema, con la progressiva chiusura delle sale a luci rosse e il passaggio del supporto dalla pellicola al video. Il digitale negli anni '90 ha completato il percorso e poi negli ultimissimi anni c'è stato l'emergere dell'amatoriale.
Con l'aumentare della connettività a banda larga, la pirateria e infine siti come Youpron, il porno professionale sta cadendo sotto i colpi di quello amatoriale, fatto in poco, tagliato già in piccoli segmenti rapidi e privo di tutte quelle caratteristiche che lo rendono film (rapporto tra le immagini, applicazione di un linguaggio, velleità comunicative che vadano al di là di "mostrare").
bravo così questo post acquista tutto un altro spessore....cmq aggiungo che rocco pare stia preparando il suo ritorno....fonte tgcom...che è completo come studio aperto...
La tua analisi generale la sottoscrivo interamente, precisa e lucida. E' vero che non si intravedono una linea, una tendenza, al contrario di quanto avvenne nei decenni passati. Sarà forse chea è la contemporanneità ad essere particolarmente smarrita e indecifrabile, ma tant'è. Lo è anche in altri campi e in altre forme d'arte, ma particolarmente nel cinema.
Posso non condividere del tutto quando passi ad esaminare le cinematografie, per esempio trovo quella francese piatta come quella inglese( un Audiard non fa primavera, Dumont e Zonta sembrano scomparsi ).Vero che anche il meglio viene sempre dagli autori che sono esplosi negli anni tardi 80 e 90, ma è vero anche che alcuni di loro sembrano in declino.La cinematografia iraniana , cinese (e anche quella coreana che sembrava fare sfracelli) non ci dànno più le cose preziose di qualche anno fa.
Non sono d'accordo sull'importanza di un film come Lontano dal paradiso, mentre tra i nostrani metterei al pari di Garrone i primi due Sorrentino.
Forse qualche segnale buono vien fuori proprio dal vituperato cinema italiano nel senso che mi sembra ci sia un'oncia in più di fantasia di coraggio, aldilà dei risultati...Mi sembra ci sia un ritorno al cinema di genere e mi pare che almeno tecnicamente alcuni giovani siano dotati. Il parco attori,poi, contrariamente ai terribili anni 80-90, mi sembra di ottimo livello e il cinema minimalista e intellettualoide tipo Piccioni è sempre più raro grazie a dio.
Bravo e buon anno
beh gparker..il discorso che fai su Haneke (su cui non concordo, io lo trovo di un nuovo scintillante) si puo' riprodurre, in maniera piu' vistosa e potente, per Miyazaki. non riesco a considerarlo proprio anni 0. ma neanche anni 90! rimane il vecchio artigiano assai poco toccato da quello che e' successo nel mondo dell'animazione negli ultimi anni.
E' la distribuzione dei suoi film che e' cambiata vistosamente, ma qui non parliamo di meccanismi commerciali, ma di autori.
vinz: E' verissimo. Quel La Città Incantata buttato lì è proprio una mia debolezza e il tuo discorso è inappuntabile. L'industria dell'animazione è stata la cosa più importante per la piega che ha preso e quello che ha stimolato e sta stimolando, poi le cose migliori le ha fatte la pixar che viene dai '90. Ma io non ce la facevo a non scrivere La Città Incantata.....
alp: guarda a me Sorrentino piace molto davvero, tuttavia trovo che solo Garrone faccia qualcosa di diverso e nuovo. Sorrentino al massimo è diverso e nuovo per il nostro piccolo panorama italico.
Sulla francese io dico che sono vivaci dal punto di vista della varietà e quantità. Fanno tanto e in linea di massima bene. Poi Audiard è un fenomeno extra-francese come Garrone è extra-italiano, non sembra venire da nessun cinema in particolare.
Rocco never dies......Cmq sulla chiusura delle sale vorrei segnalare la controtendenza della simpatica sala a luci rosse a due passi da casa mia L'Ambassador (o Admiral, cmq qualcosa di altisonante)che l'altro giorno aveva la fila fuori....
ok gparker, quando si parla de "la citta' incantata" ogni debolezza e' tollerata e apprezzata! (io apprezzerei e tollerei altrettanto una debolezza su "il nastro bianco"..)
a questo punto non posso resistere dal fare lo sborone per dire che dovrei andare a Tokio a lavorare a studio ghibli per una settimanaaaa! scusate e' piu' forte di me dovevo dirlo. :-)
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